Archivio dell'autore: tiberiopoeta

OGNI LACRIMA

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Le lacrime

che nascono da un pianto

del mio cammino

spuntano

una

dopo l’altra

tutte uguali.

Eppure

ogni lacrima ha

il suo destino.

A lasciare il mio viso cade

la prima

nel mare agitato impetuoso

a far compagnia

a tutte le altre.

A staccarsi dal volto casca

la seconda

sul freddo suolo ghiacciato

di pietra

e gela.

Discesa dalla guancia precipita

la terza

nel giardino dell’amore caldo di sole

e da lì germoglia sul verde

la più bella orchidea.

.

Tiberio Madonna

.

IL CALUNNIATORE

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Il calunniatore
si muove a piccoli passi
nel buio
con quattro stelle nel lanternino
lanciando ciottoli e sassi
coi guanti neri sul fondo notte
e seminando ortiche.
La voce afona
passa zigzagando fra le schiene
s’infiltra bene
mulinando negli orecchi
a spirale serpentina
e serpentinando nelle menti
le penetra seduce ubriaca
di belle storie
curiose
interessanti cose
da riempire gli album delle maldicenze
spassosamente torbidi
di fango.
E dunque ascolta leggi impara
come si spara
a zero
col guanto nero sul fondo notte.
E quella mano
nessuno la vede
e quella lingua
nessuno la sente
cocente
di fuoco nero che brucia il vero.
Le ortiche nascono
crescono
sotto la luna nuova.
E quelle mani
che han seminato
nessuno le trova.
Nessuno?
Il calunniatore
si muove a piccoli passi
nel buio
con quattro stelle nel lanternino
e nel sacco false parole
fino a sbatter la faccia
nel sole.

Tiberio Madonna

ANCORA VIVI

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Tutto si muove
intorno al mio silenzio
tutto danza
la sua pazza danza
di luci e colori
di uomini e giochi
voci fumo risa birra.
I tiri attenti di Franco
sul tappeto rosso.
I cani scodinzolanti
raccolgono sapori
con le golose papille
e odori
con le curiose nari.
La festa canta
la cucina prepara
sorprese
da assaporare
sotto i riccioli neri
di Erminia
che svolazzano leggeri
e s’intrecciano
confondendosi
con la barba appuntita
di Maurizio.
Ancora giochi
voci
che raccontano i loro
desideri
di vita
dopo il fuoco dei folli draghi
di gioia
che si dimena e grida
la sua incredibile energia
e riesce a galleggiare
sotto i colpi dei decreti.

Tiberio Madonna
5 marzo 2022

SENZA TITOLO

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La poesia
non ha più titoli
l’esistenza
non ha più ragioni.
Tutti si levano
sulle note del giorno
dai loro letti allegri
dispiegano come un foglio
la mattina di vetro e ghiaccio
e si tuffano
nel sole.
La mia persiana
resta chiusa
la mia stanza
resta buia
il burrone
al centro della stanza
non ha più un fondo.
La voce afona
della notte
mi chiama
dal fondo che non c’è
e io seduto
sull’orlo dell’abisso
coi piedi pendenti
occhi assenti
penso nulla
guardo giù.

Tiberio Madonna

IL TEMPO DELL’IGNORANZA

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Il cielo è crollato

e la luna tonda splende sola

a illuminare il nulla.

E io giro

con una candela fioca

a recuperare stelle

tra le macerie

ma neanche una è rimasta accesa

a schiarire le menti

ipnotizzate.

E mi aggrappo alla luna

scivolosa

ma precipito giù

nel buio della notte

nella metropoli

delle menti assopite

ingannevoli automi

che vivono

il tempo dell’ignoranza

che credono

le favole strombazzate

che vagano

con le siringhe in bocca

a iniettarsi veleni

gli uni negli altri

e a morire

nella menzogna.

.

Tiberio Madonna

.

I NUOVI ARIANI

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Sulla testa

dei nuovi ariani

c’è il berretto della presunzione

dalla lunga visiera, lunga

e rigida

a coprire il sole

il sole che splende…

splende invano

sul mondo nuovo.

Non abbassano mai il berretto, mai

neppure per la colazione

con la prepotenza

inzuppata nel cappuccino

nel cappuccino delle bugie

che loro bevono, bevono

bevono

fino al fondo dell’ampia tazza

e poi escono per le strade.

E per le strade di tutto il mondo

si sente il profumo di un solo fiore:

la follia.

.

Tiberio Madonna

.

IL FUTURO NEL PASSATO

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Nel passato

il futuro era raggiante:

sole nel diamante

incastonato in un mondo

verniciato di luce.

Non sapevo che

nel futuro

il passato mi sarebbe stato

di miele ambrato

nella bocca nostalgica

di giorni luminosi.

Tutto brucia

e si fa cenere

nell’inferno del presente:

dal pandemico ciclone

attori improvvisati

e numeri bugiardi

dettati

dalla sete di denaro

han presto disseminato

in ogni dove

in ogni testa

il virus che più appesta:

la paura nera e cieca.

E adesso che mi resta?

La diffidenza degli amici

gli insulti dei compagni

il disprezzo dei fratelli

il ricordo dei miei sogni

fatti a brandelli.

.

Tiberio Madonna

.

IL VELENO VERDE

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E persino i poeti

distribuendo a tutti

le loro rose verdi

imprigionavano

con verdi catene

i loro fratelli

nel delirio folle

di una fobia di massa

mentre i frutti verdi acerbi

dei loro pensieri

ricadevano al suolo

a inacidire la terra.

La libertà

con le ali tagliate

moriva

sulla terra avvelenata.

.

Tiberio Madonna

.

LA CRUDELTÀ DELLA NATURA

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I petali delle rose

cadranno in frantumi

sull’erba essiccata

dal sole.

In un angolo del prato

le formiche in fila

portano via una farfalla

pezzo dopo pezzo.

Ai piedi del platano

spoglio d’autunno

le membra tenere

del piccolo passero

depredate da mosche

e orridi vermi.

Il verde brillante

di foglie fresche e stirate

s’accartoccia irrigidito

in un ruvido bruno

che punge il bruno

della terra gelida.

Gli uragani spietati

che imperversano sul mondo

assomigliano a quelli

che si agitano

negli animi accorati

dei cuori sanguinanti.

E il sangue

scorre a fiumi

tra i ciottoli e i frammenti

degli affetti spezzati.

Caldo e siccità

si uniscono ad assetare

quelle stesse vite

che il freddo e la pioggia

si uniranno a raggelare.

I sentieri fangosi

abbracciano i piedi nudi

delle vittime

di tsunami e terremoti

mentre i fulmini

luminosi e ciechi

bruciano gli alberi

e l’allegria.

Le corse affannose

e atterrite

delle docili gazzelle

braccate dai leoni

non finiranno

forse mai.

E la corsa senza sosta

dell’universo

lo finirà ingoiato

dal terribile buco nero.

.

Affacciato

alla finestra della vita

osservo senza speranza

la crudeltà della natura

stampata

con la lava di un vulcano

sulle ali dei sogni.

.

Tiberio Madonna

.

Qui la versione in esperanto

.